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La fecondazione assistita dalla A alla Z

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brookepdavis
view post Posted on 16/7/2010, 13:10




Consulenza di un grande esperto: il ginecologo Carlo Flamigni

Recentemente si è parlato molto di fecondazione assistita dopo che la Consulta ha “bocciato”, in parte, la legge 40. Ma in cosa consistono esattamente queste tecniche e quando è necessario ricorrervi?
“Si distinguono trattamenti semplici e complessi”, spiega il ginecologo Carlo Flamigni. “I primi si basano sull’inseminazione e si eseguono, ad esempio, se l’uomo è poco fertile. Si migliorano ‘le qualità’ del seme in laboratorio e l’embrione viene concepito normalmente nel corpo della donna. In questo caso, non c’è manipolazione del gamete femminile”.

Le tecniche di manipolazione complessa, invece, comportano un intervento su entrambi i gameti. “Nella fertilizzazione in vitro (come la FIVET), uovo e spermatozoi vengono messi in contatto all’interno di una provetta. Nella ICSI (iniezione intracitoplasmatica di sperma), invece, lo spermatozoo viene iniettato direttamente nella cellula uovo”, dice l’esperto.
Esistono centri di primo, secondo o terzo livello. “Nei primi si fa solo inseminazione”, spiega il ginecologo. “Nei centri di secondo livello, invece, si eseguono trattamenti complessi (fertilizzazione in vitro e ICSI) ma non tecniche che necessitano di un intervento chirurgico (come la GIFT, dove i gameti vengono inseriti in una delle tube in cui dovrebbe avvenire la fecondazione). Queste vengono eseguite in centri di terzo livello.
Esiste qualche controindicazione per il bambino che nascerà?
“In base ai più recenti dati disponibili, il rischio di anomalie di vario genere (tra queste, alterazioni cromosomiche e iposviluppo fetale) è leggermente sopra la media. Se in condizioni normali il nascituro ha il 5% di probabilità di nascere con una malconformazione, la percentuale sale al 6,5% quando la madre si è sottoposta a tecniche di fecondazione assistita. Un dato considerato accettabile dall’Organizzazione Mondiale della Sanità”, spiega Carlo Flamigni.
“Vanno segnalati, poi, un rischio di abortività un po’ superiore alla norma e di gravidanza extrauterina superiore al 1%, relativamente alto”, dice il ginecologo.
Quali sono le probabilità di successo?
“Queste percentuali vanno sempre associate all’età della donna e alla realtà geografica. Negli Stati Uniti, il Paese che vanta i dati migliori, le gravidanze giunte a buon fine sono più del 30%. In Italia, a oggi, si attestano intorno al 22%. Prima dell’entrata in vigore della legge 40, nel 2004, invece, erano vicine al 25%. C’è stata, quindi, una riduzione di circa il 3%”, spiega Carlo Flamigni.


fonte qui mamme
 
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